François Gabart, la corsa contro il tempo di un "extra-merrier"

Era già il più giovane e il più veloce vincitore del Vendée Globe nella storia. E ora sta spruzzando "49.3" di Thomas Coville, più di cinque giorni prima del suo record. A 34 anni, François Gabart dà la sensazione che nulla lo resista. E questo è il caso. Nelle regate d'altura, ha già vinto tutto  : il Vendée Globe, ovviamente, ma anche la Route du rhum (2014), l'inglese Transat (2016) e The Bridge (Saint-Nazaire-New York) lo scorso anno.

François Gabart, dopo il suo arrivo, il 17 dicembre 2017

© FRED TANNEAU FRED TANNEAU / AFP

Skipper e ingegnere

Va detto che il piccolo principe dei mari associa un diploma di maturità S molto bene e una laurea in ingegneria meccanica. Cosa essere coinvolti in un progetto sin dai primi colpi di matita. E i risultati ci sono, dopo quaranta giorni di mare solitario: "Era difficile, ero sempre al limite", ha detto il navigatore 34enne al suo arrivo a Quai Malbert, dove centinaia di persone lo aspettavamo sotto il sole invernale.

Ma al timone del suo maxi-trimarano high-tech di 30 metri, lo skipper che considera la vela come uno sport meccanico ha tutto da fare. Va detto che il suo Macif, sviluppato soprattutto con l'aiuto di Intel, è collegato alla fine del suo albero di 35 metri. La sua costruzione ha richiesto 18 mesi, oltre 100.000 ore di lavoro, 150 simulazioni hanno permesso di testare virtualmente la forma e il comportamento della barca fino a ... 45 nodi! Oltre a un sistema di raccolta dati in tempo reale e tre sistemi di autopilota, François Gabart ha portato su un polso un autopilota, una custodia di dimensioni calcolatrici con quattro pulsanti grandi che consentono per controllare a distanza il pilota automatico, se necessario.

Dati in tempo reale

All'altro, non ha lasciato un orologio collegato Basis Peak, raccogliendo tutti i dati su di lui: frequenza cardiaca, temperatura, cicli del sonno ... Tutti dati che, una volta studiati, gli permetteranno comunque di migliorare. una gara all'altra. "Per il momento, le informazioni raccolte dall'orologio non vengono inviate in tempo reale alla mia squadra a terra, ma dopo la gara, ha spiegato alcuni mesi fa lo skipper. Ma penso che questo sia il futuro e che alla fine ci saranno orologi che permetteranno, ad esempio, un follow-up permanente con un team medico a terra e lanciare un allarme in caso di disagio o danno alla barca. Una corsa contro e con l'orologio, in attesa degli skipper 2.

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